domenica 3 novembre 2013

Green economy a Ecomondo 2013

Pubblicato su http://energia.regione.emilia-romagna.it

La fiera internazionale del recupero di materia e di energia e dello sviluppo sostenibile si terrà a Rimini dal 6 al 9 novembre

Promozione della sostenibilità ambientale ed efficienza energetica, fondo rotativo di finanza agevolata rivolto alle imprese per la promozione della green economy e patto dei sindaci sono tra i temi al centro degli eventi organizzati dalla Servizio Energia ed Economia Verde in occasione di Ecomondo, in programma dal 6 al 9 novembre nei padiglioni di Rimini Fiera.
Tra i principali appuntamenti, il World Cafè della green economy, un incontro di partecipazione pubblica – innovativo anche nella formula – che invita al confronto su scenari e prospettive della green economy in Emilia-Romagna, alla luce delle opportunità della nuova programmazione 2014-2020 dei fondi Fesr. Durante l’incontro, - in agenda l’8 novembre dalle 10 alle 13 presso lo stand della Regione Emilia-Romagna, padiglione 17 – sarà possibile approfondire, fra l'altro, la politica regionale in materia di sostenibilità e pianificazione energetica, fonti rinnovabili, consumi e tecnologie verdi, low carbony economy, collegandosi alla piazza virtuale Green economy e sostenibilità energetica e dando il proprio contributo rispondendo ai sondaggi, al questionario e commentando i post sul forum.
Politiche energetiche che passano da un’efficace governo del territorio e, quindi, dal patto dei sindaci. Proprio a questo tema, tra i principali strumenti per l’attuazione del Piano energetico regionale, è dedicato il convegno in programma giovedì 7 novembre, dalle 15 alle 17, nella Sala riunioni dello stand della Regione.  Per partecipare al convegno è consigliata l'iscrizione on line .
Sabato 9 novembre alle 10:30, avrà luogo  un focus speciale sul “fondo energia”, il fondo rotativo di finanza agevolata per la green economy, finanziato dal Programma Fesr e aperto fino al 29 novembre 2013, con interventi su obiettivi e funzionamento del fondo, investimenti ammissibili.

venerdì 18 ottobre 2013

Imprese innovative alla fiera dell' ICT


Aster e i laboratori della Rete alta tecnologia, le start up del portale EmiliaRomagnaStartUp, il consorzio Spinner e la presentazione della nuova App con servizi e informazioni per le start up: queste le novità che la Regione Emilia-Romagna porterà a Smau, la fiera dell’Ict in programma a Milano, Fieramilanocity dal 23 al 25 ottobre in un’area espositiva di 100 mq.
Grazie ad un accordo della Regione con Smau8 start up made in Emilia-Romagna e 2 laboratori della Rete alta tecnologia, esporranno i propri servizi e prodotti innovativi, in un’area dedicata in cui saranno presenti anche Aster, il Consorzio per l’innovazione regionale, il portale EmiliaRomagnaStartUp e Spinner 2013.
Un super scanner 3D che scansionerà dal vivo una moto Ducati realizzato da Juno Design, l’armadio caricabatteria, in cui i visitatori potranno depositare i propri smartphone per ricaricarli (Ecologie Digitali), uno speciale zainetto per mappare percorsi alternativi e turistici (TrailMe Up) e una stampante 3D che realizzerà la copia di una modello di abitazione (WASProject): sono solo alcune delle innovazioni presentate.
Nell’area saranno presenti anche i laboratori della Rete alta tecnologia dell’Emilia-Romagna, in particolare Ghepi, specializzato nello sviluppo di progetti con polimeri innovativi (Piattaforma Meccanica Materiali) e DataRiver, operante nel settore del web semantico e sui Data Managment (ICT Design).
Smau 2013 è anche l’occasione per presentare le attività e i risultati del portale EmiliaRomagnaStartUp – lo strumento creato da Regione ed Aster per sostenere la creazione d’impresa innovativa in Emilia-Romagna – che conta ad oggi 267 nuove imprese. In particolare, EmiliaRomagnaStartUp presenta la nuova app (25 ottobre, ore 10), l’innovativo servizio che, da oggi, offre anche in versione mobile novità, bandi e opportunità per le imprese innovative.
Il portale EmiliaRomagnaStartUp è sostenuto dal Programma Fesr 2007-2013 che, attraverso tre bandi di sostegno allo start up d’impresa, in questi anni ha finanziato 181 progetti, per 15 milioni 885mila euro di risorse concesse totali. Resterà aperto invece fino al 31 gennaio 2014 il nuovo bando “Sostegno allo start up di nuove imprese innovative” per l’avvio di nuove imprese a elevato contenuto di conoscenza, basate sulla valorizzazione economica dei risultati della ricerca e/o lo sviluppo di nuovi prodotti e servizi di alta tecnologia.

sabato 28 settembre 2013

Rimini, fondo CCIAA per le nuove imprese

Articolo pubblicato su: http://www.riminieconomia.it/

Anche se la crisi morde il freno dell'economia del territorio da ormai diversi anni, la Camera di commercio di Rimini prosegue e intensifica il suo impegno nella promozione dello sviluppo dell'imprenditoria, stanziando un fondo di 100mila Euro per la concessione di contributi per spese sostenute nella costituzione di micro, piccole e medie imprese. Le domande possono essere presentate dal 2 settembre al 29 novembre 2013. Il bando e la documentazione integrali sono reperibili sul sito www.riminieconomia.it.
 La Camera di commercio di Rimini stanzia un fondo di 100mila Euro per le nuove imprese. Presentazione domande entro il 29 novembre 2013

Possono fare domanda per accedere a questo fondo non solo aspiranti imprenditori riminesi che siano intenzionati ad avviare un’impresa localizzata nella provincia di Rimini entro il 31 marzo 2014, ma anche nuove imprese già esistenti, con la seguenti specifiche: che abbiano sede legale e operativa nella provincia di Rimini, siano iscritte al Registro delle Imprese presso la Camera di Commercio di Rimini ed attive in data non anteriore al 1 gennaio 2012.

Sono finanziabili (al netto di IVA e di altre imposte e tasse) le spese sostenute nel periodo compreso tra il 01/01/2013 e il 31/12/2013 e, nel caso di imprese non ancora costituite al momento della presentazione della domanda, quelle sostenute dal 01/01/2013 al 31/03/2014. In entrambi i casi farà fede la data del documento di spesa. Fra le voci di spesa ammissibili ci sono: parcelle notarili e costi relativi alla costituzione (escluse tasse e imposte); acquisto di beni strumentali, macchinari, attrezzature e arredi; acquisto e sviluppo di software gestionale, professionale e altre applicazioni aziendali inerenti l'attività dell'impresa; spese per la realizzazione del sito internet; spese per la registrazione del sito Web; spese di consulenza inerenti alle procedure di deposito/registrazione del brevetto, costi di ricerche di anteriorità del brevetto; spese promozionali: sono ammissibili i costi relativi ad acquisizione ed attuazione di campagne promozionali, stampa e realizzazione di marchi, logo, immagini coordinate, biglietti da visita, brochure, acquisto di pubblicità su internet. Non sono invece ammissibili in ogni caso spese non riconducibili all’elenco precedente; oneri di costituzione da versare ad enti pubblici; le spese per le quali si sono ottenuti altri contributi pubblici; spese relative all’acquisto di beni usati o acquistati in leasing.

L’agevolazione prevista consiste in un contributo a fondo perduto, fino ad un massimo del 40% delle spese ammesse, opportunamente dimostrate da documenti di spesa (fatture) quietanzati: non verranno comunque liquidati contributi superiori a 8mila Euro e potranno beneficiare del contributo camerale gli interventi il cui costo minimo (spese ammesse) sia pari o superiore a € 10.000,00 (diecimila/00) al netto di IVA. I contributi saranno corrisposti naturalmente entro i limiti della somma stanziata per l’iniziativa.

Le imprese possono accedere al contributo compilando la relativa domanda secondo il fac-simile presente sul sito Internet camerale www.riminieconomia.it (allegato A per aspiranti imprenditori, allegato B per imprese già esistenti), con applicata marca da bollo del valore di € 16,00, presentandola a mano presso la Camera di Commercio di Rimini, per posta con raccomandata A/R; per posta elettronica certificata (PEC) all’indirizzo promozione@rn.legalmail.camcom.it; via fax al numero 0541.363747.

Per ulteriori informazioni e chiarimenti sui contenuti del bando e le modalità di presentazione della domanda è possibile contattare l’Unità Operativa Promozione Economica e Incentivi alle Imprese della Camera di Commercio di Rimini. L’ufficio è a disposizione degli interessati dal lunedì al venerdì mattina dalle 9.00 alle 12.00  ai seguenti recapiti tel. 0541 363731/749/732 e-mail promozione@rn.camcom.it

sabato 7 settembre 2013

News dall'Expo 2015: presenti 60 paesi con padiglione


 di lorenzo morelli
Pubblicato il 5 settembre 2013 da expo2015.it

Per il numero uno di Expo si tratta di una edizione record. L'indotto stimato è di 10 miliardi, con 5 miliardi al turismo. Confermatì i 20 milioni di visitatori.


Expo Milano 2015, dal primo maggio al 31 ottobre 2015, «sarà una edizione da record con 60 Paesi con padiglione proprio su 132 partecipanti ufficiali. Un numero che supera i 43 padiglioni nazionali della edizione tenutasi a Shanghai e che fa prefigurare un gran ritorno per l’Italia». Lo ha detto il Commissario Unico del Governo per Expo Milano 2015 Giuseppe Sala in occasione della presentazione a Roma del Padiglione Coffee Cluster dell’esposizione universale e del Coffee Culture Global Tour, assieme a Andrea Illy, presidente e Ad Illycaffè.
 Con l’Università Bocconi, ha aggiunto Sala, «abbiamo stimato un indotto di 10 miliardi di euro, con 5 miliardi di benefici principalmente legati al turismo. Puntiamo a 20 milioni di visitatori – ha sottolineato il Commissario Unico che nel pomeriggio incontrerà il ministro Bray – dei quali almeno 7 milioni stranieri, vicini e lontani. Stiamo anche lavorando per offrire opportunità di ritorno per le comunità italiane all’estero, a partire dal Brasile. E lavoreremo col ministro Carrozza per avere gite scolastiche”. Sui finanziamenti, ha concluso Sala, “non c’è un problema di fondi. Questo governo, aggiungendo fondi al finanziamento di 833 milioni di euro della Finanziaria 2008 a cui si aggiungono quelli degli enti locali per un totale di un miliardo e 300 milioni, ha dimostrato attenzione e volontà di farci lavorare con serenità”.

domenica 1 settembre 2013

Quella rete che aiuta le imprese

Articolo di Francesco Scolaro pubblicato su http://www.lavoce.info


Dal 2009, il contratto di rete consente alle piccole e micro imprese di aumentare la competitività attraverso forme di collaborazioni con altre aziende, anche di Regioni diverse, pur mantenendo la propria soggettività giuridica e autonomia operativa. Ma quanti lo usano? E per quali obiettivi?

Il contratto di rete è stato istituito dalla legge n. 33/2009 per poi essere perfezionato con la legge n. 99 del luglio 2009. (1) In base all’articolo 3, commi 4-ter e ss., del decreto legge 10 febbraio 2009, n. 5, due o più imprenditori perseguono lo scopo di aumentare, individualmente e collettivamente, la propria spinta sia innovativa che competitiva sul mercato obbligandosi, sulla base di un programma comune di rete, a collaborare in forme e in ambiti predeterminati attinenti all’esercizio delle proprie imprese ovvero a scambiarsi informazioni o prestazioni di natura industriale, commerciale, tecnica o tecnologica ovvero a esercitare in comune una o più attività rientranti nell’oggetto della propria impresa. (2)In uno scenario economico sempre più globalizzato e competitivo, la rete può rappresentare per le imprese un’opportunità per uscire dal mercato nazionale e penetrare in nuovi mercati esteri che rappresentano, ormai, sbocchi commerciali sempre più vitali, ma che una impresa di micro, piccole e medie dimensioni da sola non potrebbe raggiungere. Il contratto di rete comporta quindi una serie di vantaggi, tra cui quello di condividere know-how, progetti di ricerca, strategie di sviluppo aziendale, miglioramento delle performance aziendali con altre imprese anche se geograficamente distanti. È questo l’elemento innovativo rispetto al modello distrettuale e al consorzio ancora dominanti nel nostro sistema industriale.
L’INDAGINE QUALITATIVA
I risultati di un’indagine qualitativa del ministero dello Sviluppo economico, la prima indagine sul territorio nazionale, effettuata a dicembre 2012, mostrano che circa il 50 per cento delle imprese in rete intervistate ha dichiarato che il contratto ha come obiettivo quello di accrescere la propria competitività sui mercati europei (42,4 per cento su quelli extraeuropei), dato che rispecchia la vocazione internazionalista per il quale il contratto è stato istituito. Tuttavia gli imprenditori che sono in rete si aspettano prima di tutto un aumento della propria competitività sul mercato italiano (63,8 per cento del campione), seguito dall’innovazione di prodotto e di servizio (59,9 per cento), dalla promozione di un marchio comune e dalla realizzazione di attività in ricerca e sviluppo (52,3 per cento). Tra i vantaggi che ha comportato la rete spicca quello di aver incrementato il know-how dell’azienda (36,5 per cento); vengono poi indicati il miglioramento delle relazioni commerciali (35,9 per cento ), le agevolazioni fiscali (17,1 per cento ) e infine la facilitazione all’accesso al credito (12,8 per cento ). Da ciò emerge chiaramente che le imprese sono in rete non per i vantaggi fiscali, come pessimisticamente ci si attendeva, ma perché percepiscono le vere opportunità che lo strumento può determinare nella vita di un’azienda.
Riguardo ai benefici che il contratto di rete ha prodotto sulle performance aziendali si segnala una diminuzione dei costi di produzione (16,7 per cento ), un sensibile aumento del fatturato (38,5 per cento ), degli investimenti (33,3 per cento ), dell’occupazione (25,6 per cento ) e dell’export (21,8 per cento ).
Da tenere in considerazione anche i consigli che le imprese del campione suggeriscono per migliorare il contratto di rete: il sistema bancario dovrebbe riconoscere un “rating di rete” (è la risposta maggioritaria rispetto alle altre); si dovrebbero poi rendere continuativi nel tempo gli incentivi fiscali, migliorare l’informazione sullo strumento e la relativa diffusione sul territorio, estendere il contratto ad altri soggetti (in particolare università e centri di ricerca, imprese estere, esercenti attività professionali), semplificare le modalità di registrazione e quelle attuative di recesso. (3)
UNA ANALISI QUANTITATIVA
Più recenti i dati di una indagine Unioncamere: ne emerge un crescente interesse delle imprese all’utilizzo di questo nuovo strumento di aggregazione, e non solamente di quelle localizzate nell’area centro-settentrionale del paese. Sono stati realizzati 768 contratti di rete, in aumento rispetto a novembre 2012, coinvolgendo 3.964 imprese, 20 Regioni e 100 provincie.
La maggior parte dei contratti sono di tipo regionale, ovvero costituiti tra imprese della stessa Regione, mentre 135 reti sono stabilite da imprese appartenenti a due Regioni differenti (30 contratti in più rispetto a novembre 2012); sono infine 68 i contratti tra imprese appartenenti a tre o più Regioni: il dato evidenzia una scarsa propensione delle imprese, seppur in lieve aumento, a mettersi in rete con altre aziende distanti dal proprio ambito territoriale. Le reti sono in larga misura di media densità ovvero costituite da 4 a 9 imprese (367), bassa densità 3 imprese (219), micro densità 2 imprese (101), le macro-reti rappresentano invece una netta minoranza. Sono costituite sotto forma di società di capitale la maggior parte delle imprese che operano in rete (2.659), seguite dalle società di persone e ditte individuali, in crescita anche la forma cooperativa (da 195 a novembre 2012 a 276 nel 2013).
La Regione che fa registrare il maggior numero di contratti è la Lombardia, seguono l’Emilia Romagna e Veneto, mentre tra le regioni meridionali si distinguono Puglia e Campania

mercoledì 28 agosto 2013

World Investment Report 2013


Pubblicato sul sito: Newsmercati.com

Nel 2012, per la prima volta nella storia, le Economie in via di sviluppo hanno assorbito più investimenti dei Paesi economicamente avanzati con 4 Paesi in via di sviluppo nei primi 5 posti della classifica mondiale per attrazione di IDE. Anche a livello di flussi di investimenti in uscita cresce il ruolo delle Economie in via di sviluppo che rappresentano oggi un terzo del totale (e il trend è destinato a consolidarsi nei prossimi anni). Gli IDE crescono in Africa e America Latina Nel 2012, ben 22 dei 38 Paesi sviluppati hanno registrato una riduzione degli investimenti esteri in uscita. E gli IDE in entrata sono diminuiti del 32% a un livello pari a quello raggiunto 10 anni fa. L’Unione Europea è responsabile dei due terzi della caduta. L’Africa ha incrementato del 5% gli investimenti esteri in entrata (in particolare nell’industria estrattiva, ma anche nel manifatturiero e nei servizi all’industria). Gli investimenti esteri diretti verso le economie emergenti asiatiche sono diminuiti del 7%, anche se rimangono a livelli piuttosto sostenuti grazie in particolare ai paesi come Cambogia e Vietnam che hanno ancora bassi costi del lavoro. In America centrale e nei Caraibi la riduzione è stata del 2%, mentre in America Latina gli IDE sono cresciuti del 12%. I Paesi Brics (Brasile, USA, Cina, India e Sudafrica) continuano ad essere le principali fonti di investimenti esteri tra le economie emergenti. Gli investimenti di queste 5 economie sono passati dai 7 miliardi di dollari del 2000 ai 145 miliardi del 2012. Trend delle politiche di investimento Negli ultimi anni si sono manifestate nuove criticità e nuove sfide a livello globale (crisi finanziarie, problematiche alimentari e ambientali, forti squilibri nella redistribuzione della ricchezza…) che stanno modificando le tradizionali politiche economiche, fiscali, monetarie e di supporto agli investimenti. Le crisi finanziarie hanno accresciuto il ruolo dei governi nell’economia sia nei paesi avanzati sia in quelli emergenti. I problemi hanno assunto una dimensione planetaria che nessun paese da solo è in grado di gestire e risolvere. Per superare la crisi e accrescere la produttività i governi sono impegnati a: •definire nuovi sistemi di incentivi soprattutto a favore dei settori tecnologicamente avanzati •attrarre investimenti in grado di promuovere lo sviluppo sostenibile •difendere i propri sistemi industriali per contrastare il crescente fenomeno della disoccupazione (con conseguenti rischi di protezionismo) •privilegiare gli accordi di cooperazione a livello regionale o bilaterale piuttosto che a livello multilaterale.
World Investment Report 2013

sabato 10 agosto 2013

Aiuti di stato 2014-2020


Pubblicato su http://www.europroject-online.it/

Nella primavera del 2012, la Commissione ha avviato il percorso di adeguamento periodico della disciplina degli aiuti di Stato in consultazione con gli Stati membri. Come forse è noto, a partire dai primi anni 2000, la modifica di tali regole coincide con i periodi di programmazione dei Fondi strutturali. Infatti, la maggior parte della disciplina attualmente in vigore cesserà la propria operatività il 31 dicembre 2013 e i nuovi criteri saranno applicabili al periodo 2014-2020.

Anche per i prossimi anni la Commissione intende limitare al minimo indispensabile gli aiuti che gli Stati membri concederanno alle imprese, incentrando l’attenzione sul rispetto del principio della necessità dell’aiuto, al fine di garantire la maggiore efficacia ed efficienza della spesa pubblica. Gli aspetti di fondo più rilevanti sui quali la Commissione richiede il parere degli Stati membri riguardano:
- l’ipotesi di innalzare la soglia degli aiuti “de minimis” a 400/500.000 € per triennio;
- l’eventuale ampliamento del campo di applicazione del regolamento di esenzione a categorie di aiuti quali quelli alla cultura, quelli a compensazione di danni causati da calamità naturali e gli aiuti al salvataggio e alla ristrutturazione di imprese in difficoltà
 Viene inoltre ipotizzata la redazione di un documento che – anche sulla base della prassi e della giurisprudenza – definisca, ad uso delle amministrazioni, il concetto di aiuto di Stato, in particolare per quanto riguarda l’imputazione delle risorse allo Stato, la selettività degli aiuti, il concetto di impresa, la distorsione della concorrenza.
 Si tratta ancora di indicazioni di principio e di ipotesi di lavoro, ma gli orientamenti che saranno assunti dalla Commissione, anche a seguito delle consultazioni, saranno determinanti per la definizione delle nuove regole.

Partecipando al tavolo di concertazione in materia di aiuti di Stato presso il Dipartimento politiche europee della Presidenza del Consiglio, Europroject contribuisce al dibattito anche con documenti che spesso vengono presi in considerazione nella formulazione della posizione italiana o della Conferenza delle Regioni.

  Nel sito di  Europroject sono e verranno pubblicati  commenti e  materiale  più rilevante per inquadrare la riforma in corso http://www.europroject-online.it/aiuti-stato-sottomenu.asp